mercoledì 3 ottobre 2012

Quando invece il coraggio c'è.


Stamattina ero al porto in cerca di buone fotografie. Guardo per terra. Un disegno casuale sull'asfalto, click. Diverse linee disegnate dal cemento, click. La ruggine che crea strane forme, click. Poi la macchina fotografica dice basta, le pile sono esaurite. Sconsolato e un po irritato per la mia sbadataggine, per non aver guardato e caricato in tempo la batteria, mi dirigo verso il molo, dove la terra finisce e inizia il mare. C'è un pescatore, un vecchio burbero, grosso e arcigno. Ha appena buttato con disprezzo un pesciolino sugli scogli. Passo di fianco al pesciolino, sta ansimando, chiede aiuto. Piccolo, verde come le alghe, sta morendo. E sento che chiede aiuto. E mentre gli passo accanto vorrei prenderlo su e salvarlo buttandolo nell'acqua, ma mi accorgo che non ho il coraggio di sfidare il vecchio. Proseguo con un senso di colpa infinito mentre sento l'anima del piccolo essere, l'anima di tutti i piccoli, l'anima del mondo che si prepara a morire, rassegata e delusa. Ma poi accade un miracolo. Una signora anziana che passeggiava con il marito si avvicina e sento che chiede al pescatore:" signore!! signore mi scusi, questo pesciolino, questo qui per terra lo posso buttare nell'acqua??" L'uomo non risponde finge di non sentire. ma la signora ripete la frase e il vecchio girandosi di malavoglia gli risponde:" ma faccia come le pare, non è buono a nulla, non mi interessa, non si può mangiare". La donna  prende l'esserino e lo getta in mare. Il piccolo è salvo. Sento dentro di me che devo la vita a quella donna, le devo tutto, tutto ciò che ho di prezioso. Con quel gesto a salvato il pesciolino, me, il pescatore e l'anima del mondo. Mentre mi allontano sollevato, mi chiedo: ma la prossima volta chi salverà l'Anima del mondo?

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